sabato 5 ottobre 2013

"Help Catalonia', un esempio da seguire"




'Help Catalonia' è un esempio alliçonador che rompe topici e irradia il messaggio di una Catalogna che vuole essere se stessa. In momenti così difficili, questa volontarietà patriotica e civica è fondamentale per non perdere l'alè del nostro orizzonte nazionale e, soprattutto, per costruire una realità, nell’ambito internazionale, che sovente è manipolata e distorsionata. Adesso e quì, è necessario come mai che tutti insieme, nella misura delle nostre possibilità, imitiamo l’esempio eccellente, volontarioso e diafano di 'Help Catalonia'. Dai nostri paesi e città di tutta Catalgona è basico che facciamo pedagocia tra i turisti e visitanti, come fanno molto bene i tassisti per l’indipendenza, e irradiamo un messaggio positivo di tutta la nostra nazione in costruzione che, ora come mai, ha bisogno dell’aiuto di tutta la gente di buona volontà di tutto il mondo.



Josep M. Loste (Portbou) 
Lunedì, 26 agosto 2013

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mercoledì 2 ottobre 2013

Un alto dirigente del PP qualifica di assassini coloro che formarono la catena umana per l’indipendenza della Catalogna





Il consigliere del Municipio di Lerida Pau Pintó Torné compartió sul muro del Facebook (anche se dopo lo ha cancellato) che “la gente di Bildu, Amaiur, Aralar, Sortu, insieme con CiU, ERC, PSC e in generale tutti quelli che furono alla catena separatista come assassini”.

In seguito aggiunse la frase « non avete vergogna né dignità sepaRATTI », con il quale qualificó agli assistenti alla via catalana di ratti.

Questo comportamento sulla rete si unisce ad altri recenti, dei dirigenti del PP, come il numero 2 della Marca España (Marchio Spagna) che dimisionó dopo aver pubblicato sul twitter « catalani di merda non si meritano niente » alla radice dei fischi contro l’inno spagnolo durante la cerimonia d’inaugurazione dei mondiali di nuoto a Barcellona.

La pressione sociale in Catalogna a favore dell’inidipendenza è sempre più forte, e la maggior parte dei politici spagnoli stanno dimostrando che non hanno la capacità sufficiente per rispondere a questa pressione con il dialogo e gli argomenti razionali che la società richiede.

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Non c’è peggior sordo...



Da qualsiasi luogo civilizzato del mondo, la situazione della Spagna fa battere i denti. Dopo sette anni di crisi, l'economia è una molla rotta, i settori produttivi sono stati incapaci di definire un’alternativa afidabile al grande fallimento del folle settore immobiliare, la disoccupazione è leader nelle grandi cifre rosse dell’Unione Europea, la metà dei giovani non trovano lavoro ed i migliori cervelli emigrano per mancanza di opportunità. E, come se non fosse abbastanza, il partito che governa è implicato in un caso di corruzione infinito e sospettato di aver ricevuto finanziamenti illegali per ben due decadi; il suo presidente, che è quello del governo dello Stato, potrebbe aver preso soldi non dichiarati ed il suo ex-tesoriere ammaza il tempo giocando a domino con un buono a nulla a Soto del Real. E con tutta questa bardatura se ne vanno a Buenos Aires pensando di essere i favoriti nella corsa per la candidatura dei Giochi del 2020 e quando li scartano al primo scontro parlano di “furto” e di “truffa”. Secondo il detto, chi è il peggior sordo?


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martedì 1 ottobre 2013

Lettera aperta a tutti i leghisti




Questa lettera aperta è indirizzata ai deputati della Lega Nord che lo scorso 11 settembre hanno indossato in aula una maglietta con la bandiera indipendentista catalana in sostegno al giorno nazionale della Catalogna.

È per questo che non credo sia coerente appoggiare l’indipendenza della Catalogna e allo stesso tempo, avere come “alleato” in Catalogna ad un partito, Plataforma per Catalunya (PxC) che ha già dichiarato di esserene contrario. L’anno scorso, PxC è stata invitata dalla Lega ad un incontro a Belluno con gli eurodeputati leghisti Mario Borghezio, Francesco Speroni e Lorenzo Fontana.

Questo partito, la PxC, afferma nel suo programma elettorale che “è contraria a qualsiasi processo di frattura con la Spagna”. Pagina 52.

Inoltre, la PxC ha iniziato mesi fa la campagna “togliamo la stella dalla senyera”. La senyera è la bandiera catalana, e la estelada è la bandiera indipendentista, che contiene oltre le quattro barre gialle e rosse, una stella bianca con fondo blu. La PxC vuole vedere quest’ultima cancelltata giacché preferisce una Spagna ben unita. Cioè, vogliono togliere la stella che i propri deputati leghisti hanno esposto a Palazzo Montecitorio.

Grazie della vostra attenzione e spero che questo scritto serva a revisionare il rapporto che la Lega ha con la PxC e con coloro che sono contrari alla libertà del popolo catalano.

Porgo cordiali saluti,

Oriol Ges

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domenica 29 settembre 2013

Si rafforza il legame tra Alghero e la Catalogna

Si rafforza il legame tra Alghero, Barcellona e la Catalogna: firmato l'atto di gemellaggio tra il Parco del Garraf e il Parco regionale di Porto Conte.Un suggestivo percorso via mare in battello per ammirare le bellezze naturali del Parco regionale di Porto Conte e dell'Area Marina protetta di Capo Caccia – Isola Piana e la liberazione nelle acque antistanti la torre del Bollo, nei pressi di Cala Dragunara di un esemplare di tartaruga marina "Caretta caretta", hanno aperto il protocollo di appuntamenti istituzionali per la firma del gemellaggio tra il Parco del Garraf e il Parco regionale di Porto Conte.

"Questo atto di gemellaggio in chiave ambientale e di promozione del territorio naturale- ha detto il Sindaco Lubrano parlando rigorosamente in algherese- è la dimostrazione del legame forte che esiste tra Alghero e Barcellona e naturalmente tutta la Catalogna. Un legame prima di tutto linguistico e storico culturale, ma che oggi sempre di più trova sinergia in numerosi altri ambiti da quello turistico a quello enogastronomico e non ultimo, come in questo caso, nell'ambito della tutela e salvaguardia ambientale dei luoghi. Luoghi naturali che trovano tanti punti in comune come nel caso del nostro parco di Porto Conte e quello del Garraf."

Dello stesso avviso l'intervento del presidente catalano Salvador Esteve che ha rimarcato lo splendido rapporto di collaborazione che esiste ormai da decenni con la città catalana di Sardegna e che sempre di più si sta ampliando sotto ogni ambito. "Sono rimasto piacevolmente sorpreso della straordinaria accoglienza avuta e dello splendido viaggio in battello che ha consentito alla delegazione di apprezzare le bellezze naturali di Alghero e il meraviglioso affetto che la gente di Alghero nutre per la Catalogna. Sono certo questa collaborazione porterà meravigliosi frutti".

Il protocollo di gemellaggio si inserisce poi in un accordo d'intesa più ampio che vede la Federparchi italiana, Legambiente, la fondazione Symbola e a livello locale Obra Cultural de l'Alguer.
 
Redazione 'Alghero Eco' Nella Foto: Stefano Lubrano e Salvador Esteve

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sabato 28 settembre 2013

Call their bluff (Mostrino le loro carte)






L’indipendenza catalana è possibile e, a giudicare dagli studi di opinione pubblica più recenti e la mobilitazione cittadina di massa pro-indipendenza della Via Catalana, è l’opzione di futuro con più probabilità di diventare realtà. Si può capire facilmente che nessuna autorità spagnola non si dedicherebbe a discutere dei presunti inconvenienti dell’indipendenza catalana se lo Stato catalano non fosse uno scenario pienamente fattibile.


La previsibile vittoria del “Si” in un referendum di autodeterminazione –o la vittoria indipendentista in elezioni plebiscitarie– dovrebbe intendersi come un inequivocabile mandato democratico per iniziare i cambiamenti strutturali necessari per stabilire un Stato catalano operativo. Conseguentemente, la transizione verso l’indipendenza –propriamente detta– avrebbe inizio il giorno dopo aver manifestato il mandato sovranista del popolo catalano. Dunque, se il referendum per l’indipendenza avesse luogo nel settembre del 2014 e, tenendo conto degli studi realizzati dal governo scozzese, sono da prevedere circa 16 mesi di trattative con lo Stato spagnolo e l’Unione Europea per determinare la meccanica indispensabile e per garantire il trasferimento di sovranità richiesta per il funzionamento del nuovo Stato catalano.


Considerando l’ostruzionismo delle elite centrali spagnole negli ultimi 10 anni di trattative sull’auto-governo catalano, l’endemica tendenza all’autoritarismo e la paura a scatenare un effetto domino in altre giurisdizioni (es. Euskadi), prevediamo un’opposizione tenace di Madrid all’inizio di questi summit. Pertanto, anticipando la mancanza di cooperazione spagnola, le trattative si potranno produrre con la mediazione e la pressione dell’Unione Europea (UE).


Si può sentire legittima perplessità di fronte allo scenario presentato tenendo conto delle dichiarazioni dell’on. Joaquín Almunia e di altri rappresentanti della Commissione Europea sulle conseguenze legali dell’indipendenza catalana. Ciò nonostante, gli avvisi dati dalla Commissione sono un bluff ed hanno una tripla natura: 1) vogliono evitare di attizzare altri movimenti indipendentisti in altri stati dell’UE; 2) rispondono alla preghiera del governo spagnolo fatta agli altri stati europei dopo aver constatato la perdita di autorità morale spagnola di fronte alla maggioranza dei cittadini catalani; e 3) pretendono scoraggiare gli indecisi più europeisti.


Mentre i catalani possiamo sperare che l’Europa accetti la nostra volontà democratica, dobbiamo essere abbastanza maturi da sapere che l’UE non si dedicherà a fomentare un cambiamente di “statu quo” interno. Di fatto, in altre occasioni precedenti, l’Europa è arrivta ad affermare tassativamente che non avrebbe riconosciuto dei nuovi Stati creati a partire dalla disintegrazione de uno Stato plurinazionale; eppure, la Slovenia e la Croazia oggi sono membri di pieno diritto dell’Unione.


Sebbene l’alternativa d’includere lo Stato catalano –6a. zona industriale più importante d’Europa– nell’Associazione Europea di Libero Commercio (AELC) –European Free Trade Association (EFTA) in inglese– rimarrebbe una prospettiva inmune ad un veto spagnolo e garantirebbe la libera circolazione di merci e capitali tra la Catalogna ed il resto di Europa –chiave per proteggere gli interessi francesi e tedeschi nel nostro Principato– lo scenario dell’EFTA è da considerare, solamente, come una semplice controproposta di pressione durante il processo di trattativa tra lo Stato spagnolo e le nuove autorità catalane. Di più, una soddisfacente integrazione catalana nell’EFTA potrebbe essere controproducente per la stessa UE perchè, potenzialmente, favorirebbe la disintegrazione politica ed incentiverebbe altri movimenti euroscettici dell’Unione.



Se adottiamo una prospettiva consistente nella Realpolitik, nè lo Stato spagnolo –incapace di affrontare in esclusiva il pagamento del proprio debito– può arroccarsi durante le trattative di secessione catalana, e nemmeno l’UE può permettersi la perdita delle Stato catalano, il più ricco dell’Europa meridionale e destinato ad essere un contribuente netto alle casse dell’Unione. E ancora, con un mandato democratico inequivocabile, il caso catalano evidenzierà una doppia realtà: 1) La Catalogna rimane il paese dello Stato spagnolo più omologabile ai valori politici del resto dell’Unione come si sta dimostrando il pacifico e costruttivo processo sovranista; e 2) l’UE, come difensore del metodo democratico per risolvere i conflitti, non può accettare la prigionia di una nazione contro la sua volontà, in uno Stato coercitivo ostile culturalmente e che minaccia con penalizzazioni economiche future.


Ringrazio Aleix Sarri, assistente dell’on. Ramon Tremosa deputato del Parlamento Europeo, per la preziosa analisi di questo articolo.


Agustí Bordas
El Singular Digital .23/09/2013

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giovedì 26 settembre 2013

Indipendenza della Catalogna, il sostegno della Lega Nord alla Camera Italiana


I deputati della Lega Nord si sono presentati nell'Aula della Camera italiana indossando sotto la giacca una maglietta con la bandiera per l'indipendenza della Catalogna. "Si tratta di una espressione di solidarietà - spiega Massimiliano Fedriga". “”Le abbiamo indossate oggi” – ha spiegato all’Adnkronos Nicola Molteni – “in occasione della Diada, festa nazionale catalana che vedrà centinaia di migliaia di catalani impegnati in una catena umana di 400 km per chiedere un referendum sull’indipendenza della regione di Barcellona entro il 31 maggio”.
Per Matteo Salvini, vicesegretario federale della Lega: “Se oggi le nostre preghiere vanno alle vittime del tragico attentato a New York di 12 anni fa, il nostro sostegno e ammirazione va a questo popolo, che pacificamente sta lanciando un messaggio di libertà all’Europa e al mondo: con il sostegno della gente, come diceva anche il nostro professor Gianfranco Miglio, si puo’ fare di tutto: cambiare il governo, sostituire la bandiera, unirsi a un altro paese, formarne uno nuovo. A livello europeo, il presidente Arthur Mas e tutta la dirigenza politica Catalana, avra’ la Lega al loro fianco nel sostenere la richiesta di poter indire un referendum ufficiale e legale per decidere se continuare o meno ad essere parte del Regno di Spagna”.

Video ANSA

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