lunedì 30 giugno 2014

La 'grande manovra' è iniziata







In questi ultimi quattro anni lo stato spagnolo ha perso solo tempo riguardo alla questione catalana. In particolare il presidente Mariano Rajoy, che ha mantenuto un atteggiamento di rifiuto della realtà chiaramente contraria agli interessi del suo paese, diventando una delle cause profonde della situazione attuale. In questo momento lo stato sà che il 9 novembre prossimo ci sarà il referendum, che il “Si-Si” vincerà e, cosa peggiore per loro, sà anche che la comunità internazionale lo accetterà e che accetterà il nuovo stato sorto da questo processo.

Per tentare di fermare tutto quanto, dunque, non valgono più delle piccole riforme nè patti circostanziati. La Storia, con le maiuscole, si può combattere solo con la Storia con le maiuscole, ed è ciò che tenta di fare la Spagna con 'la grande manovra'. Dopo le elezioni europee e visti i risultati, tutti sapevano che sarebbe spuntato qualcosa di grosso. Ed eccoci qui.

Devo richiamare l’attenzione sulle dichiarazioni di qualche giorno fa, del giudice Santiago Vidal spiegando la visita che dovette fare al Consiglio Superiore della Magistratura, per dichiarare sulla questione della redazione della costituzione catalana. Vidal racconta che, in forma insistente, le chiedevano se la Catalogna avrebbe accettato di avere lo stesso re della Spagna. E, evidentemente, non pensavano a Juan Carlos perchè Juan Carlos non ha alcuna credibilità per una manovra di questo tipo.

E sottolineo anche la dichiarazione di sabato scorso di Mariano Rajoy quando, per la prima volta, si offriva di discutere su una riforma federale della costituzione per risolvere il caso catalano.

Juan Carlos, evidentemente, giustificherà la questione con motivi personali, ma non riuscirà a spiegare quali sono le cose che sono cambiate, dal punto di vista personale, in queste ultime settimane perchè sappiamo tutti che non è cambiato nulla. Lui presenterà la decisione come molto meditata e presa da tempo, da gennaio. Ma non illudiamoci: Juan Carlos abdica così precipitosamente che non hanno neanche pronta la legge nè l’ordinamento che lo giustifichi. E che dovranno fare in fretta e furia. Perchè? Perchè definitivamente è cambiata davvero la situazione nella quale si trova la Catalogna. Perchè quello che bisogna risolvere d’urgenza è la situazione in Catalogna.

La 'grande manovra' è stata attivata, dunque. Adesso coroneranno Filippo di Borbone, che velocemente farà qualche cenno verso la Catalogna e delle proposte. Cenni e proposte accompagnati e accettati, molto probabilmente, dal PP e dal PSOE, allo scopo di evitare l’indipendenza della Catalogna accettando comunque un regime unico ed eccezionale per il Principato catalano. Soltanto dalla massima istituzione dello stato potrà essere giustificato un cambiamento radicale come quello che proporranno, senza provocare agitazione nelle file del PP.

Non bisogna innervosirsi nè preoccuparsi. L'abdicazione di Juan Carlos è un altro sintomo che ci aiuta a capire fin dove siamo arrivati. E la dimostrazione che possiamo muovere qualsiasi montagna, se vogliamo. In ogni caso, adesso vedremo cosa succede all’interno del movimento indipendentista finora unito. Se c’è una parte, la più proclive ad ascoltare la terza via, che si stacca o che accetta una formula del tipo “due stati, un solo re”.

Ma su questo, avremo tempo per parlarne.

Vicent Partal, Vilaweb

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