Chi
c’è dietro a Help Catalonia?
Volontariato. Adesso siamo più di 60 volontari
collaboratori.
E
non c’è nessun partito dietro?
Nessuno. Rifiutiamo posizionamenti politici, siamo
un movimento trasversale, e non vogliamo neanche aiuti esterni. Questo ci
limita perchè se avessimo delle risorse economiche il messaggio sarebbe più
potente e potremmo fare più campagne internazionali. Forse potremmo studiare la
possibilità di chiedere micro-donazioni ai cittadini.
Cosa
interessa alla stampa internazionale sul processo catalano?
Le minacce spagnole. Che uno stato proibisca la
volontà democratica di un popolo è notizia perchè da più di mezzo secolo questo
non succedeva nell’Europa occidentale. A loro interessa, per esempio, la legittimazione
della violenza da parte del vicepresidente del Parlamento Europeo, la supremazia
linguistica, l’intervento brutale dello Stato spagnolo in
Catalogna, l’impunità con la quale fu assassinato Guillem Agulló o il fatto che
dodici giudici tagliassero le competenze di uno Statuto approvato
democraticamente. La cosa che interessa di meno è la espoliazione fiscale. Di fatto,
la stampa internazionale crede che la espoliazione sia iniziata con la crisi.
Perchè
non interessa la espoliazione?
Perchè pensano che la questione non giustifichi una
secessione. Ma, invero, la realtà è che il conflitto tra la Spagna e la Catalogna
non c’entra con la espoliazione fiscale!
Avete
dei contatti con i corrispondenti stranieri che informano da Madrid?
Meno di quanto vorremmo perchè la loro volontà, in
generale, non è quella di ascoltare le due parti. Bisogna avere molto coraggio
per scrivere sulla Catalogna da Madrid, sopratutto quando il messaggio della
stampa spagnola è unanime. I loro articoli sono quelli che legge il
corrispondente e quelli che, spesso, copia. Per andarci ed avere qualche
influenza servirebbero delle risorse. Intanto, per la Diada attendiamo squadre
di stampa straniera che ci hanno già contatttato.
Quale
battaglia avete già vinto?
Sopratutto, quella della terminologia. Abbiamo
introdotto termini in cinque lingue che hanno cristallizzato fuori di qui ed
iniziano ad essere utilizzati su alcuni giornali, come ‘unionismo’ e ‘terrorismo
spagnolo’.
Quali sono i paesi e le regioni più
favorevoli al processo?
Gibilterra lo è
molto ed è il nostro punto di entrata per Londra. Tra quelli più favorevoli
evidenziamo la Scozia, l’Irlanda, il Kosovo, la Polonia e gli Stati Uniti ─dove
lo spagnolismo si posiziona molto male e molti Stati non ammettono
l’officialità dello spagnolo─. La verità è che riscontriamo sempre più simpatie.
Lo
Stato spagnolo ha preso la cosa seriamente?
Non commettiamo l’errore di sottovalutare il nemico,
si tratta di un avversario brutale capace di spendere 25 milioni di euro per due
soli elicotteri militari, cosa che non piace per niente ai tedeschi. Questa è
una battaglia di Davide contro Golia, ma con poche risorse li possiamo
estendere perchè non hanno cercato delle complicità, la diplomazia spagnola è
molto arrogante. Laddove la Spagna ha un nemico noi abbiamo un potenziale
alleato. E ne hanno molti!
Siete
nel mirino dei servizi di spionaggio spagnoli?
Prendiamo delle misure perchè, se lo siamo, non ci
riguardi. Help Catalonia è fuori dal Regno di Spagna e, pertanto, potrà funzionare
autonomamente nel caso in cui decidessero di occupare militarmente la Catalogna.
Come
può collaborare un cittadino con Help Catalonia?
Nel nostro sito c’è un modulo dove si possono
lasciare i dati personali, che sono trattati in forma confidenziale, spiegandoci
le attitudini che si hanno per aiutarci a determinare in quale ambito possono
essere più utili alla causa.
Twitter
e le nuove piattaforme digitali hanno reso visibile un grido che era stato
silenziato?
Assolutamente si, sono stati la chiave.
Il
catalano può essere, dunque, il primo processo indipendentista 2.0?
E’ una buona definizione. Certamente, il 2.0 ha
dinamitato la struttura classica delle organizzazioni politiche. E nella Catalogna,
a differenza della Scozia, ci sono molti movimenti indipendentisti non organizzati
che sfruttano le reti sociali.
Quali
strade restano da esplorare?
Le grandi campagne internazionali di agitazione.
Sono necessarie azioni contundenti per cercare simpatie visto che le manifestazioni
e le catene umane si esauriranno prima o poi. Il nostro motto è fare amici in
tutto il mondo, di tutti gli schieramenti, per avere il supporto necessario quando
arriverà il momento. Facciamo diplomazia civile perchè l’indipendentismo catalano
soffre di certa supponenza e, storicamente, non ha cercato complicità.
Meritxell
Doncel (@m_doncel) / Giornalista
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