giovedì 5 giugno 2014

Se fossi svedese


Se fossi uno Svedese e guardassi i servizi televisivi dedicati a questi costumi ancestrali delle processioni religiose con incappucciati per le strade di Spagna, di marcato gusto barocco, come se il tempo si fosse fermato del tutto, la prima reazione verso uno spettacolo cosí esotico sarebbe la stessa di un potenziale turista. Darei poi una occhiata ai quotidiani  della settimana, dove troverei la denuncia per frode di quasi due miliardi di euro in falsi corsi di formazione in Andalusia; e la relazionarei con l'ultimo informe della Unione Europea (UE) pubblicato questa settimana riguardante la disoccupazione, dove la Spagna, insieme alla Grecia, risulta essere il paese con il più alto indice di disoccupazione di tutta Europa, con sette regioni situate tra le prime dieci europee; le altre tre sono: due della Macedonia e l'isola coloniale di Riunione. Vale a dire, persino la maggior parte delle colonie francesi d'oltremare presentano tassi di disoccupazione migliori di quelli spagnoli. Osserverei la mappa fornita dalla UE e vedrei che in Italia per lo meno il problema strutturale rimane localizzato nel Mezzogiorno; il Nord-Italia presenza cifre di disoccupazione che sono un terzo di quelle più alte registrate in Europa. In Spagna, l'apparato uniformatore dello Stato delle autonomie ha ottenuto un record: persino le regioni che sono il motore trainante dell'economia -- come il Paese Valenziano, l'Aragona, le Baleari e la Catalogna -- superano la linea rossa del 20% di disoccupati. 

E c'è di più. Se da Svedese osservassi la disoccupazione giovanile o quella di larga durata, vedrei che Ceuta e Melilla, le Canarie e Andalusia liderano statistiche  che superano il 55%, assieme alle colonie francesi d'oltremare, Guadalupe, Martinica e Guayana.
E, ignaro di quello che racconta la storia ufficiale, penserei che questi territori spagnoli, allo stesso modo di quelli francesi d'oltremare, sono forse colonie della Corona di Castiglia sottomesse da circa 500 anni alla casta oligarchica che allora si impose e che, ancora oggi, non lascia sviluppare i territori trainanti della penisola.
Se continuassi a ripassare le notizie dell'ultima settimana, vedrei che la Spagna lidera la lista europea di abbandoni scolari. Il paese inoltre lidera la lista europea di giocatori di calcio meglio pagati, di chilometri di AVE (treno d'alta velocità) costruiti, e del costo energeticos più alto. Per cui, essendo Svedese, "mi farei lo Svedese" (in spagnolo significa qualcosa come "farei il finto tonto"). E penserei: perché devo contribuire, sebbene d'una maniera ridicola, al miserabile 1,27% del PIL europeo che si destina a pozzi senza fondo come la Spagna? In qualità di Svedese non mi piacerebbe contribuire neppure con un euro a perpetuare questo immenso sproposito chiamato Spagna. 
Però, se invece di Svedese fossi Catalano, la mia contribuzione allo sproposito spagnolo si collocherebbe strutturalmente tra l'otto e il dieci percento del PIL. Per cui penserei che se Europa è incapace di capire e mettere ordine alle economie estrattive oligarchiche --la principale è quella spagnola--; se Europa non capisce perché la Catalogna, uno dei pochi territori con capacità di reazione davanti al disastro, deve emanciparsi, non merita che Catalogna mantenga il minimo interesse ad appartenere a questa Europa che rafforza i forti e tollera che delle minoranze vivano alle spalle dei deboli. Se guardassi tutto ciò con occhi di Catalano, prefererei non essere Svedese. Meglio Norvegese. 

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Josep Huguet
Josep Huguet i Biosca es un politico catalano. E 'stato Consigliere innovazione, Università e Imprese del Governo della Catalogna 2006-2010, e il consigliere di Commercio, consumatori e turismo 2004-2006.

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